Museo di Valtorta

Casa della Pretura – Museo Etnografico

Questo palazzo quattrocentesco, un tempo sede del vicario veneto, dopo l’avvento del regime napoleonico assunse la denominazione di “Casa della Pretura”, appunto per la presenza del pretore.
E’ disposto su tre piani: l’ampio portico del pianterreno, illuminato da due possenti arcate in pietra viva, che era adibito ad alloggiamento delle guardie e dei soldati; il piano nobile che si apre su di un largo corridoio, con pavimento in cotto, e soffitto foderato d’assi, sorretto da travi squadrate in legno; il secondo piano che ha le stesse dimensioni di quello sottostante, ma assai meno elegante.

Uno dei luoghi più caratteristici dell’edificio è la stüa, la cucina tradizionale di Valtorta, dal soffitto a volta annerito dal fumo, con pavimento in acciottolato.

Al centro si trova il focolare, formato da quattro pietre disposte a quadrato attorno ad un piccolo treppiede, sopra il quale pende una catena infissa nella volta.
Il palazzo è pure sede del Museo etnografico “Alta Valle Brembana” dove sono esposte centinaia di oggetti in varie sale riproducenti ambienti tipici, luoghi di lavoro, di svago e interni di abitazioni.
Molto interessanti le antiche cucine, la camera da letto, l’officina del fabbro, il desco del ciabattino, il banco del falegname, la casera con calderoni e ramine, il filatoio della lana, il telaio, il tornio per il legno, il carretto dell’arrotino, e una miriade di altri arnesi propri di attività un tempo importanti e di cui oggi resta solo il ricordo.

 

Il maglio e il mulino

L’oasi naturalistica del Bolgià, alla quale si giunge mediante un antico ponte a schiena d’asino, riceve l’acqua dalla Val Grobbia che, opportunamente incanalata in una seriola, aziona le ruote motrici del maglio e del mulino, ricostruiti secondo la fisionomia originaria.

Il ponticello e i due edifici unitamente alla vicina fucina del ferro, costituiscono un complesso di grande interesse storico e antropologico, sono ormai diventati parte integrante dell’itinerario museale di Valtorta.
Attivi fino agli anni precedenti l’ultima guerra, erano collocati in posizione strategica, nel punto di passaggio obbligato sulla strada verso le contrade; quindi meta costante di chiunque intendesse fruire dei servizi, allora indispensabili, della macinazione dei cereali e della produzione degli attrezzi da lavoro.

Il maglio è dotato di numerose attrezzature funzionanti: il martello, la forgia, le mole e tutti gli altri meccanismi (mazze battenti con stampi per bulloni e puntoni, incudini, pinze, martelli), che consentivano la lavorazione del metallo. Caratteristica dell’impianto è la tromba eolica che azionata dall’acqua, incanala un flusso d’aria all’interno della forgia per tenere viva la fiamma, alimentata dal carbone di legna.

Sul lato destro della seriola sorge il mulino, la cui ruota attiva le macine e i pestoni per il granoturco, la segale e l’orzo.

 

La segheria idraulica

Costruita a scopo didattico, utilizzando i resti di una segheria proveniente dall’alta Valle Brembana, sorge a fianco del torrente Val Marcia, la cui acqua viene incanalata per imprimere la forza motrice ai meccanismi interni.
La stessa acqua serve poi per muovere la ruota del sottostante mulino, ricostruito con le attrezzature donate dai proprietari del cessato mulino Canfer di Ubiale.

L’edificio è a due livelli: al piano terra ci sono la ruota idraulica di grandi dimensioni e gli organi di trasmissione in ferro del tipo a doppio stadio: il primo costituito da una ruota moltiplicatrice e da un pignone, il secondo da un sistema a cinghia.
Al piano superiore si trova il banco di sega in legno, sul quale vengono posti i tronchi da sezionare.

Un sistema di regolazione, posto sul banco stesso, consente di stabilire lo spessore dei pezzi (assi, travi, ecc.). Il telaio mobile, sul quale è montata la sega, è posizionato mediamente tra il primo e secondo piano.

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