Oratorio di San Cristoforo

Oratorio di San Cristoforo, Colle dei Pasta, Torre de Roveri 

Pietro Baschenis 

Madonna in gloria con il Bambino; Santi; Storie di San Cristoforo 

 

Questo antico oratorio seicentesco dedicato a San Cristoforo, ma detto anche di Santa Croce perché vi si trova una reliquia del legno della croce, si trova sul colle appartenente in origine alla famiglia dei conti Pasta e ne costituiva proprietà privata, fin quando fu acquisito dalla parrocchia di Torre de Roveri. Si tratta di un piccolo edificio ben conservato posto in una suggestiva località isolata che custodisce all’interno un ciclo di affreschi eseguiti da Pietro Baschenis, tutti inseriti in una gradevole decorazione a stucco coeva che si può agevolmente attribuire ai Porta della Val d’Intelvi, famiglia con la quale, come noto, Pietro era legato da parentela, avendo sposato Clara, figlia di Lorenzo.  

Sulla parete di fondo, sopra l’altare, si trova un affresco raffigurante la Madonna in gloria con il Bambino e i Santi Francesco, Cristoforo, Pietro e Andrea.

La volta a botte ribassata del presbiterio presenta un grande medaglione ovale centrale con San Cristoforo in gloria fra gli angeli.

Le cornici a rilievo scandiscono gli spazi creando quattro riquadri rettangolari in corrispondenza degli angoli e quattro medaglioni orizzontali al centro dei lati: nei primi sono raffigurati quattro santi (San Nicola di Bari, San Carlo Borromeo, Santa Maria Maddalena e Santa Caterina di Alessandria) mentre negli altri sono raffigurate scene di vita del santo titolare (San Cristoforo converte il popolo di Samo, San Cristoforo in prigione converte due fanciulle, San Cristoforo condannato alla graticola e trafitto da frecce; Decapitazione di San Cristoforo).  

L’affresco absidale è gradevolissimo nella sua impaginazione quasi fiabesca, con i santi ben riconoscibili nella loro vivace caratterizzazione, a cominciare dal gigantesco Cristoforo; mentre le scene narrative spiccano per la vivacità descrittiva dei paesaggi e degli interni architettonici. Come in altri casi Pietro si ispira a modelli noti e ad esempio gli angeli musicanti che circondano Cristoforo nel medaglione centrale della volta sembrano derivare da quelli realizzati da Giovan Paolo Cavagna in Santa Maria Maggiore nel 1615, pur con una semplificazione delle forme ma con gli stessi accordi cromatici di rosa, verdi e gialli.  

L’effetto d’insieme è quello di un’elegante composizione che rende raffinatissimo il piccolo ambiente interno, dove la calda e luminosa pasta cromatica di Pietro Baschenis è messa in risalto dal bianco degli stucchi creando un piccolo scrigno che sembra di porcellana, in contrasto con il paesaggio rurale circostante. 

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