Oratorio di San Spiridione e Santa Maria Nascente

Oratorio di San Spiridione e Santa Maria Nascente, Roncola di Treviolo 

Cristoforo IV Baschenis il giovane

Madonna con il Bambino in trono e quattro santi 

 

L’oratorio di San Spiridione e Santa Maria Nascente risale ai primi del Seicento, con l’intitolazione all’Assunzione della Beata Vergine Maria, edificato per iniziativa della nobile famiglia Bressani di Bergamo come edificio sacro privato.

È peraltro verosimile che esistesse già precedentemente nello stesso luogo un’edicola forse di analoga dedicazione e che a quella data risalga il suo ampliamento nella forma attuale.

L’aspetto che presenta oggi è però perlopiù il risultato del deciso restauro tardo ottocentesco, intervenuto sia sulla struttura dell’edificio, sia soprattutto sulla sistemazione interna, con la completa ridipintura ad opera dei decoratori Guglielmo Guglielmi, con Domenico e Giovanni Zappettini.  

All’interno dell’absidiola, che costituisce il nucleo più antico della piccola chiesa, è riemersa tuttavia, grazie ad un recente restauro del 2002, parte della decorazione più antica che era costituita qui da vivaci finte cornici dipinte policrome adatte ad ospitare una serie di quattro figure ai lati di una Madonna con il Bambino in trono centrale.

Le immagini di Giovanni Battista e Pietro da un lato, di Paolo e Rocco dall’altro sono ancora ben leggibili, mentre nel riquadro centrale si indovinano solo le tracce dell’affresco preesistente, strappato e attualmente conservato in collezione privata.  

L’insieme, vigoroso nel chiaroscuro e nella ricerca di effetti dinamici, va ascritto a Cristoforo IV Baschenis il giovane ed è databile – come l’edificio – ai primi anni del 1600, grazie ai raffronti con le sue opere datate e firmate, prima fra tutte la Madonna con il Bambino in trono e santi conservata nella Parrocchiale di Sedrina, dove il gruppo centrale appare costruito esattamente sul medesimo disegno.  

Si aggiungono alla decorazione secentesca della chiesetta le immagini di Sant’Antonio da Padova e di San Francesco d’Assisi entro due nicchie, a destra e a sinistra, ricavate nelle pareti del presbiterio: affreschi di Carlo Ceresa, datati rispettivamente 1656 e 1663.

La scelta dei soggetti fa riferimento al fatto che in quegli anni la chiesa risulta essere affidata al Terz’Ordine francescano regolare del convento dell’Immacolata Concezione di Longuelo.  

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