Palazzo Cassotti, (ora Bonomi)
Palazzo Cassotti, poi Albani, ora Bonomi, Bergamo
Pietro Baschenis
Pietà con i santi Giovanni Battista e Chiara
Il più antico palazzo Cassotti si trova sul lato sinistro all’inizio della salita di via Pignolo alta e non è da confondere con l’altro palazzo, già Pezzoli e passato più tardi anch’esso alla famiglia Bonomi, che è oggi al civico 67; un edificio quest’ultimo che risale probabilmente al primissimo Settecento, con una imponente facciata di stile classicheggiante, neo-palladiana.
Il palazzo avito Cassotti è invece adiacente ad altri edifici del nucleo cresciuto nel secondo decennio del Cinquecento sull’asse che sale da Santo Spirito lungo via Pignolo, come ad esempio il palazzo Mazzoleni (poi Grataroli e ora De Beni) del 1515, palazzo Cassotti Mazzoleni del 1514 (poi Bassi Rathgeb) e la chiesa di San Bernardino (di metà Quattrocento, ma arricchita nel primo Cinquecento, con l’aggiunta tra l’altro della pala del Lotto del 1521); mentre la parte più alta della via, compresa tra l’altro palazzo Pezzoli Bonomi appunto e palazzo Agliardi (di metà Settecento), presenta oggi un più moderno sviluppo settecentesco.
All’interno dell’antico edificio è conservato un affresco di Pietro Baschenis raffigurante una Pietà con i santi Giovanni Battista e Chiara, inquadrato da una cornice dipinta; staccato e riportato su tela, la sua provenienza è sconosciuta ma non è impossibile che provenga dalla distrutta chiesa francescana di Santa Maria delle Grazie, insieme ad altri affreschi della medesima proprietà e come la presenza di santa Chiara potrebbe implicitamente confermare.
La scena, presentata su uno sfondo roccioso, è ambientata in un paesaggio essenziale: al centro campeggia la Madonna con Cristo morto adagiato sulle ginocchia, seduta su rocce scabre che evocano il sepolcro, mentre a terra in primo piano sono appoggiati i simboli della Passione, come i chiodi e la corona di spine. Alla scena assistono due santi che si collocano, in piedi, a fare da intermediari con l’osservatore.
Da un lato Giovanni Battista, che regge un libro sul quale è accovacciato un minuscolo agnellino, e dall’altro Chiara, con l’abito monastico e un ostensorio in mano. Nel gruppo silente e immobile è proprio quest’ultima santa a risultare l’immagine più comunicativa, con la sua potente massa dell’abito, che si contrappone alle incombenti rocce spoglie del fondale.
Nell’ultima fase di attività di Pietro, verso la fine degli anni trenta del Seicento, sono frequenti scene abitate da queste figure solenni, come ad esempio nella Pietà assai simile in Santa Maria Assunta a Grassobbio. Il momento è quello dei lavori al monumentale tramezzo di Martinengo e composizioni con gli stessi gesti rallentati e oranti si trovano ad esempio nelle opere a Cividate al Piano o a Guzzanica.