San Defendente

Roncola San Bernardo

Angelo Baschenis 

San Defendente 

 

La chiesa campestre, eretta nel XV secolo presso un antico nucleo fortificato, conserva nel presbiterio una serie di affreschi che nel Seicento furono celati da un nuovo altare in muratura e dalla scialbatura delle pareti.

Rimossa la tela dell’altare seicentesco solo alla fine degli anni ’90 del Novecento e parzialmente descialbate le pareti, si vedono oggi una serie di immagini votive interrotte però dalle cornici in stucco di gusto barocco.

Al centro della parete piana di fondo campeggia l’immagine del martire romano Defendente, al quale la chiesa è dedicata: appartenente alla legione Tebea, il soldato è caratterizzato dall’imponente mazza decorata impugnata nella destra e dallo spadone nella sinistra; ma è veramente notevole soprattutto il suo abito elegantissimo da gentiluomo, aggiornato alla moda del secondo Quattrocento e del quale si indovina ancora, malgrado l’incerta conservazione della superficie, il delicato tessuto a broccato verde scuro.

Persino la sua pettinatura curatissima, con un caschetto di riccioli biondi che incorniciano il volto, è in linea con le tendenze più sofisticate dell’acconciatura dell’epoca.

Benché appaia qui così aristocratico, il santo in virtù del suo ruolo militare era sovente invocato contro gli incendi, frequenti per la caduta di fulmini in aree boschive come quella di ubicazione della chiesetta, e contro l’attacco dei lupi, abituali frequentatori delle vallate orobiche fino a tutto l’Ottocento.  

Angelo Baschenis rappresenta il personaggio rigidamente frontale in una nicchia dipinta con arco a tutto sesto, mentre sullo sfondo si vedono le mura merlate di una città:

qui, in basso, corre la firma in caratteri gotici ‘angelus de averaria pinxit laus deo’, mentre la data si legge nella cornice superiore. Sempre interpretata come MCCCCLXXXII, al 22 ottobre, per un errore di lettura, è in realtà evidentemente da interpretare come ‘MCCCCLXIIII die IIII mensis octubris’.

Un motivo significativo di rivalutazione per Angelo, il cui stile evidentemente risulta assai meno arretrato nel 1464 di quanto lo sarebbe nel 1482 e tutto sommato in linea con gli esiti di gotico cortese diffusi in Lombardia. 

Altri affreschi sono leggibili con qualche difficoltà a lato dell’altare, seminascosti dalle colonne in stucco decorate a finto marmo:

in alto a sinistra Sant’Antonio abate, pure ampiamente invocato in contesti rurali, e probabilmente un altro San Defendente;

a destra la Madonna, assisa su un trono dai tipici trafori ricorrenti nelle opere dei Baschenis, regge sulle ginocchia il Bambino che sta in piedi, elegantissimo in un piccolo mantello di broccato dorato. In basso a destra la Trinità, mentre accanto all’immagine di San Defendente si intravvedono frammenti di una Crocifissione, con un angioletto che raccoglie in due calici i copiosi flotti di sangue sgorganti dalle ferite di Cristo;

a sinistra infine si distingue un San Cristoforo, protettore dei viandanti.

Altri affreschi frammentari e poco leggibili nello stato attuale, sia sulla stessa parete di fondo del presbiterio che lungo le pareti della navata, sono attribuibili a diversi artisti del secondo Quattrocento e testimoniano della continuità di devozione in questo luogo. 

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