Santuario della Natività di Maria

Santuario della Natività di Maria, Sombreno 

 

Cristoforo III Baschenis il vecchio 

Madonna con il bambino in trono tra i santi Fermo (o Alessandro) e Rocco 

 

Pietro Baschenis 

Storie di Maria 

 

Il complesso del santuario di Sombreno è formato dalla chiesetta della Madonna Addolorata (il vero e proprio santuario) e dalla chiesa della Natività di Maria Santissima.

Quest’ultima, di dimensioni maggiori, fu edificata tra il 1494 e il 1533 e presenta un’aula unica coperta da un tetto a due falde con travetti in legno e piastrelle in cotto.

Gli interventi di decorazione si protrassero dalla fine del Quattrocento fino al Seicento, secolo in cui lo stile barocco lasciò un’impronta predominante all’interno dell’edificio.  

Nel 1623 Pietro Baschenis firmò e datò gli affreschi del presbiterio, raffiguranti Storie di Maria: sulle pareti dipinse l’Annunciazione (a sinistra) e la Natività con i santi Pietro, Antonio da Padova e Carlo Borromeo (a destra); sulla volta l’Incoronazione della Vergine, la Visitazione e la Presentazione di Maria al tempio. Si tratta di grandi specchiature che il pittore affronta con decisione, popolandole di molte figure e adottando la consueta gamma cromatica schiarita e luminosa, che conferisce a questa zona della chiesa un aspetto festoso.

A ciò contribuisce il ricchissimo apparato in stucco che incornicia le pitture, composto di cornicioni, cherubini e un tripudio di ornati: magnifico lavoro di Girolamo e Battista Porta, cognati di Pietro.  

Nel Seicento, probabilmente subito dopo il 1630, i muri della chiesa furono imbiancati a scopo di disinfezione contro la peste e molte opere devozionali scomparvero sotto uno strato di calce.

Tra il 2018 e il 2019, durante un intervento di restauro e risanamento conservativo che ha interessato l’interno della chiesa, alcuni di questi affreschi sono stati riportati alla luce, come la bella immagine della Madonna in trono con il Bambino tra san Fermo (o sant’Alessandro) e san Rocco riemersa sulla parete destra, in prossimità della controfacciata, completa e corredata di una ricca cornice dipinta che le conferisce l’aspetto quasi di uno stendardo.

Sulla base del trono di Maria si legge un’iscrizione recante la data del 15 maggio 1580 e i nomi dei committenti (Antonio e Beltramo Moroni), ma senza alcun accenno all’autore: non è difficile comunque riconoscere qui all’opera Cristoforo III Baschenis il vecchio. 

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