Chiesa della Santissima Trinità

Chiesa della Santissima Trinità, Urgnano 

Cristoforo III Baschenis il vecchio 

Annunciazione, Giudizio finale, Storie del Vecchio Testamento, Trinità 

 

La piccola chiesa risale al Quattrocento e ha una semplice facciata a capanna, con un cornicione dipinto a mezza altezza che marca un primo livello del tetto della costruzione, inizialmente bassa e larga, poi alzata invece alla quota attuale: una modifica che si nota bene anche all’interno, dove gli affreschi sia sulla controfacciata che sull’arco trionfale si arrestano allo spiovente del tetto più antico, confermando come la nuova copertura sia almeno successiva al tardo Cinquecento, essendo la decorazione databile al 1576; anche se l’iscrizione con l’anno di realizzazione del ciclo pittorico non è più leggibile.  

L’interno, accessibile scendendo due bassi gradini, è a navata unica ed è interamente affrescato: all’Annunciazione dell’arco trionfale fa riscontro il Giudizio finale sulla controfacciata, mentre lungo le pareti corrono le storie bibliche, articolate in quattro episodi per lato a partire, sulla parete destra, dalla Creazione di Adamo, per finire sul lato sinistro, con Mosè che presenta agli Israeliti le tavole della legge.

Gli affreschi sono attribuiti a Cristoforo III Baschenis il vecchio: si tratta di raffigurazioni composte con chiari intenti didattici, realizzate per una prima formazione dei fedeli che non avevano accesso diretto al testo biblico.  

Interessante è la controfacciata, decorata con il Giudizio Universale, un soggetto già affrontato dallo stesso pittore nella chiesa di Casnigo, ma là sull’arco trionfale.

Ai lati di Cristo giudice, posto al centro dell’affresco, si vedono la Madonna e san Giovanni Battista circondati da angeli in volo e accompagnati da una fitta schiera di santi, tutti ordinatamente seduti su un compatto strato di nubi.

Al di sotto si agitano invece folle meno ordinate e ancor più numerose, divise tra i beati e i dannati: le anime dei beati si snodano in un infinito corteo che viene al termine risucchiato in cielo quasi in un vortice, mentre i dannati in un flusso più movimentato vengono spinti dai demoni verso le fauci di un mostro che sono spalancate verso gli inferi, dove Minosse in trono assiste compiaciuto ai supplizi.  

Le otto storie bibliche sulle pareti, incorniciate da riquadrature dipinte con decori e mascheroni, non sono purtroppo in buono stato malgrado i restauri della fine degli anni Settanta del Novecento. Lo schema delle composizioni ricorda gli analoghi episodi narrati dallo stesso Cristoforo III circa un decennio prima sulle pareti del palazzo di via Pignolo ora De Beni, ma qui con una definizione più compatta delle figure e un’ambientazione meno fiabesca, molto vicina alle scene firmate e datate nel 1574 nell’absidiola laterale di Sant’Egidio a Fontanella. 

L’Annunciazione sull’arco trionfale è purtroppo poco leggibile, come i due sottostanti gruppi che presentano a sinistra la Madonna in trono con il Bambino tra i santi Antonio abate e Michele (?), e a destra un monaco che veste l’abito bianco, probabilmente Benedetto con il saio delle origini adottato poi dai Camaldolesi e dagli Olivetani, tra due giovani che dovrebbero essere Nazario e Celso, patroni di Urgnano. 

Gli affreschi della chiesa si completano con la decorazione dell’abside che è verosimile copra una stesura più antica della quale affiora qualche traccia, risalente all’epoca della costruzione della chiesa.

Attualmente si distingue al centro una Trinità che, danneggiata da ridipinture, può assegnarsi sempre a Cristoforo III, mentre sulla volta e nelle specchiature laterali un artista più moderno raffigura Maria in gloria tra gli angeli e i Dodici apostoli, datandoli 1711, come conferma anche l’iscrizione coi nomi dei rettori della chiesa che offrirono questa nuova ornamentazione. 

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