Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista

La Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista (Mezzoldo) sorge in posizione isolata, centrica rispetto a tutte le contrade, ma storicamente non appartenente a nessuna di esse.

A chi fu dedicata?

Dedicata a San Giovanni Battista, fu sussidiaria dell’arciplebana di Santa Brigida, così come lo erano gli edifici di culto dislocati nella Valle Averara e divenne parrocchia autonoma nel 1472.

Ha fatto parte dell’arcidiocesi di Milano fino al 1785, quando con le altre chiese poste alla sinistra dell’Adda passò sotto la giurisdizione della diocesi di Bergamo, pur mantenendo il rito ambrosiano. 

La struttura dell’edificio è seicentesca e presenta un porticato esterno dove è visibile l’affresco raffigurante una Madonna con Bambino, probabilmente risalente alla prima metà del XVI secolo, cioè al nucleo primitivo.

A destra della struttura si innalza il campanile che accoglie un concerto di cinque campane, consacrato dal vescovo Bernareggi nel 1952. La facciata esposta a sud venne costruita nel 1944. 

L’interno

L’interno, secondo la tipica pianta barocca, è a navata unica con soffitto a volta e tre cappelle laterali.

La cappella centrale, divisa dalla navata da una balaustra marmorea intarsiata, presenta un arredo più ricco e accurato rispetto a quello degli altri ambienti della chiesa.

Qui si conserva l’opera artisticamente di maggior pregio e più rappresentativa della parrocchiale, la pala di Lattanzio da Rimini raffigurante San Giovanni Battista tra San Pietro e San Giovanni Evangelista.

La preziosa tavola è stata recuperata con un difficile restauro nel 1981 assieme al polittico di San Martino della parrocchiale di Piazza Brembana è una rara testimonianza del pittore Lattanzio da Rimini, allievo di Giovanni Bellini a Venezia.

Per la data in cui è stata realizzata (1505) è un’opera pienamente moderna, in cui il pittore ha abbandonato il fondo oro e il decorativismo gotico per mostrare un paesaggio in prospettiva ed esaltare, nelle figure dei santi ripresi per intero uno accanto all’altro, un naturalismo impreziosito da una luce forte e limpida.

Insieme al Cristo in Pietà tra la Madonna e San Giovanni Evangelista della cimasa, è inserita entro un’ancona in marmo nero, fiancheggiata da colonne corinzie, realizzata durante la ristrutturazione seicentesca della chiesa. 

Tra i dipinti delle cappelle laterali si segnalano il Sant’Antonio da Padova di Carlo Ceresa, con un’iconografia convenzionale riscattata dal naturalismo del volto del Santo, e tre pale di pittori anonimi del ‘600, tutte costruite sullo schema piramidale tipico del secolo.   

Il primo vano sul lato sinistro è occupato dal seicentesco fonte battesimale in marmo nero, sormontato da un ciborio intarsiato che s’inserisce in un gruppo di opere lignee di fine XVII secolo di notevole pregio e qualità:

il coro, il pulpito, il confessionale, gli sportelli dei tabernacoli e il mobilio della sacrestia (firmato e datato) sono opera di Antonio Rovelli di Cusio e della sua bottega. 

La decorazione ad affresco dell’interno venne realizzata nel 1891 da Giuseppe Carnelli e presenta sulle volte della navata e del presbiterio storie tratte dalla vita di San Giovanni Battista.

Motivo dell’abside è invece l’Ultima cena. 

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