Villa dei Tasso a Celadina

Villa dei Tasso a Celadina 

Pietro Baschenis e bottega 

Fregi con decorazioni, scene di caccia e scene delle stagioni 

 

La famiglia Tasso, storicamente legata al borgo di Cornello, in valle Brembana, è certamente nota grazie all’opera dei poeti Bernardo e Torquato, ma la sua fortuna e il suo prestigio crebbero nel tempo soprattutto per merito delle indubbie doti imprenditoriali di Omodeo e della sua discendenza che fu in grado, a partire dal Quattrocento, di gestire un efficiente servizio postale, di cui si avvalsero, tra gli altri, pontefici e sovrani di mezza Europa.  

La residenza che i Tasso fecero costruire agli inizi del Cinquecento nel quartiere di Celadina a Bergamo sorgeva inizialmente al centro di una vasta tenuta agricola, lottizzata poi purtroppo negli anni ’50 del Novecento.

L’edificio, raggiungibile ancora oggi passando attraverso un arco in marmo di Zandobbio noto come ‘Portone del Diavolo’ e percorrendo un lungo viale rettilineo, presenta una pianta a ferro di cavallo e si sviluppa su due piani, le cui sale furono impreziosite con affreschi e stucchi nel corso di alcune campagne decorative, portate avanti a più riprese tra il XVII e il XIX secolo.  

Al primo piano si segnalano, in particolare, due sale denominate rispettivamente “della caccia” e “delle stagioni” per via dei soggetti delle pitture che le ornano, ascrivibili all’ambito di Pietro Baschenis e databili alla fase estrema della sua attività, attorno al 1630. Sotto la linea dei due soffitti, ricchissimi e ben conservati con travi e tavelle dipinte, corre sulle pareti un fregio a monocromo affrescato con mensole, rosoni, animali e figure mitologiche.

Al centro di ogni parete si apre un ovato policromo contenente vivaci scene di carattere narrativo: nella prima sala compaiono battute di caccia al cinghiale o alle anatre, e di pesca; nella seconda invece personaggi e attività tipiche delle quattro stagioni, rese con qualche ingenuità nei loro contesti bucolici. 

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